„Wie der Garten mit dem Plan, wächst der Plan mit dem Garten.“ So die Bemerkung Bertolt Brechts, als er den Garten seines Freundes Charles Laughton anschaut… Lässt sich die Dynamik eines Ortes in eine Planung einbeziehen? atelier le balto präsentiert in seinen Beispielen veschiedene Hauptelemente der Gartenarchitektur wie z.B. die Pflanzen, die eine große Rolle in der Entwicklung und Transformation eines Ortes spielen.
In Kooperation mit dem Centre Culturel Français Freiburg
„Regelrecht in unsere schöne Stadt verliebt schien uns die charmante Französin vom atelier le balto. Das Team legte den gleichen Ansatz wie der erste Redner Hager und verlangte nach einem Park, anstelle eines Areals, wobei sie gleichzeitig auf die unglückliche Formulierung „Areal“ hinwies. atelier le balto bewies seine Beobachtungsgabe und zeigte uns Pflanzen und Belag, der bereits hier beheimatet ist und gezielt stärker eingesetzt werden soll. Zur Wegeführung bezog sie sich ähnlich wie „Inside Outside“ auf die entstandenen Trampelpfade und schlägt eine einjährige Bepflanzung zur Feldkultur vor. atelier le balto betont die Einbeziehung Münchener Studenten und Bewohner und endet so in einem sparsamen, realistischen Ansatz, den sie am liebsten schon nächste Woche umsetzen möchte.“
Il progetto evidenzia gli elementi essenziali alla vita delle piante:
terra e acqua. Quattro quadrati costruiti con semplici assi in legno contengono quattro tipi di terra differenti. Posti al centro del Parco dei Daini delimitano due percorsi che conducono ad un’ installazzione analoga, parallela a questa, dove due irrigatori da vivaio spruzzano acqua a intervalli irregolari durante il giorno. Le etichette ispirate dai giardini botanici in inverno, evocano le piante, e sono elemento ricorrente nei giardini dell’ atelier le balto.
Poesia delle forme del vento e delle ombre. Nonostante il budget ridotto, questa installazione mostra come, anche con risorse limitate, si possa dare origine a luoghi di grande qualità spaziale e sociale. Trarre fondamento dalle qualità del luogo
La particolarità del sito è il vuoto, delimitato dal doppio viale di lecci disposti su un tracciato ortogonale. Il progetto conserva questo vuoto, ne trae profitto, lo esalta e lo mette in scena. La cornice è completata dagli stand di piante che ne racchiudono e arricchiscono lo spazio.
Grazie per l’aiuto a Luca, Michele, Pietro, Alessio e ai numerosi studenti di Roma futuri attori del paesaggismo italiano.
atelier le balto, paysagistes, con l’assistenza di Stefano Olivari.
Merci aussi aux JARDINS EN PLASTOC de Céline Bocquillon et Marc Pouzol (1997)